In questa intervista diamo la parola a Laura Amarante, 26 anni, Developer nel team di Application Services della sede di Roma.
Come sei arrivata in Lutech, e quali aspettative (o quali obiettivi) avevi nel momento in cui hai inviato la tua candidatura?
Sono entrata in Lutech durante gli ultimi mesi di Università: una mia compagna di corso conosceva una persona che lavorava qui e mi ha segnalato l'opportunità di una posizione aperta. All’inizio ero un po' titubante perché dovevo ancora laurearmi, ma l'entusiasmo con cui sono stata tirata a bordo mi ha convinto ogni giorno di più che avevo fatto la scelta giusta. In realtà i meccanismi interni di un'azienda IT non mi erano del tutto nuovi, essendo anche mio padre nello stesso settore, ma sicuramente non mi aspettavo di trovare persone così giovani: molti colleghi erano praticamente miei coetanei, e il clima di distensione che si è creato mi ha messo a mio agio da subito ed è andato anche oltre le mie aspettative iniziali.
Di quali progetti ti stai occupando adesso, e che tipo di relazione hai instaurato con i colleghi del tuo team?
Da un anno sono impegnata su un progetto di Application Maintenance all'interno di un team di supporto ad Arcares, una delle società del Gruppo. Con i colleghi della sede di Roma c'è un rapporto molto coeso e ci vediamo spesso anche fuori dall'ufficio: io sono formalmente la coordinatrice del gruppo, e questo mi permette di creare relazioni solide e costruttive. Con i colleghi di Milano, anche per via della situazione contingente, non siamo ancora riusciti a incontrarci di persona, ma c'è ugualmente un bell'affiatamento.
Che visione hai di te stessa nel futuro, e come pensi che Lutech possa aiutarti a realizzarla?
In questo momento, grazie al ruolo di coordinatrice del team di Roma, sto imparando quanto sia appagante essere una figura di supporto per gli altri, e in futuro vorrei avere la possibilità di gestire un mio team con cui costruire un rapporto di fiducia, di collaborazione e di serenità. E mi piacerebbe anche contribuire di più alla comunicazione e al racconto della mia Generazione, perché spesso veniamo ritratti come giovani che non hanno obiettivi e non vogliono fare sforzi, mentre la realtà di cui ho esperienza ogni giorno io è molto diversa. In entrambi i casi, credo che Lutech possa aiutarmi a supportare questa visione offrendomi gli strumenti per crescere personalmente e per contribuire alla crescita delle persone che lavorano con me.
Cosa significa per te essere #Proud2BeLutech?
Ciò che più mi rende #Proud2BeLutech è la precisione tecnica delle competenze che mi sono state trasmesse, e che ritengo un valore tutt'altro che comune o scontato. In Lutech si fa davvero molta attenzione al dettaglio, e dà veramente soddisfazione vedere che gli stessi clienti sono i primi ad apprezzare questa qualità.
Tu sei arrivata in Lutech grazie a una segnalazione: per quale/i motivo/i consiglieresti a tua volta di lavorare in Lutech a un tuo amico o a un tuo contatto fidato?
Principalmente per due motivi: per il riconoscimento dei propri meriti e per la serietà con cui si affronta ogni giorno il proprio lavoro. Ciascuno di noi viene sempre messo nelle condizioni per esprimersi al meglio e le possibilità di formazione, di evoluzione e di cambiamento non mancano. Credo che questo possa essere una motivazione molto importante per un giovane che voglia mettersi in gioco e arricchire continuamente il suo percorso professionale.
Un'ultima domanda: Lutech è attivamente impegnata a promuovere una cultura di "women empowerment" nel settore della Tecnologia sia al proprio interno sia all'esterno. Qual è il tuo punto di vista al riguardo, e quale ritieni che possa o debba essere il ruolo dell'azienda a tale proposito?
Premetto che nel mio team di lavoro, in particolare, la percentuale di donne è superiore a quella degli uomini, quindi per esperienza ritrovo ogni giorno questa sensibilità dell'azienda a creare un ambiente pienamente inclusivo. Ciò che mi piacerebbe venisse ulteriormente amplificato in futuro, non solo in Lutech ma in tutti gli ambiti STEM, è l'accesso delle donne a posizioni di leadership, che oggi sono ancora in massima parte appannaggio degli uomini anche per una questione di abitudine. Ecco: dare testimonianza di top management più aperti anche alle figure femminili darebbe un'ulteriore spinta a ribaltare gli stereotipi tradizionali.
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